Sono molte le possibilità di pensionamento anticipato oltre Quota 100
La prima finestra di uscita per i dipendenti pubblici che hanno aderito a Quota 100 era agosto 2019, i requisiti:
62 anni di età e 38 anni di contributi.
La successiva data utile è nel il mese di settembre, i dipendenti del reparto scuola per approfittare della finestra dovevano presentare la domanda all’INPS entro e non oltre il 28 febbraio scorso.
La misura Quota 100 è sperimentale per il triennio 2019-2021, nonostante questo coloro che maturano i requisiti 31 dicembre 2021 potrà comunque accedere all’uscita anticipata.
- Quota 100 per i privati
Per i lavoratori privati la prima finestra d’uscita con Quota 100 è il 1° aprile di quest’anno.
Aderendo a questa possibilità di uscita, i dipendenti del settore privato potrebbero anticipare la pensione di 2,5 anni rispetto ai canali normali. I pensionati privati Quota 100 non possono cumulare la pensione con i redditi di lavoro fino a 67 anni e per i lavori occasionali il tetto massimo annuo è di 5000 euro.
Quali sono le altre opzioni di uscita anticipata dal lavoro?
- Opzione Donna
È stata prorogata per quest’anno la modalità di uscita Opzione Donna, che richiede di aver maturato i 58 anni di età e 35 anni di contributi. Non possono aderire alla finestra d’uscita coloro che soni inseriti in piani di isopensione. - Ape volontario o Aziendale
I dipendenti potranno ricevere un assegno che li accompagna alla pensione per un massimo di 43 mesi prima della pensione di vecchiaia. Questo assegno sarà erogato tramite la stipula di un prestito, che verrà restituito dal lavoratore con trattenute ventennali sulla futura pensione.
I requisiti richiesti sono aver raggiunto i 63 anni d’età e 20 di contributi, però il dipendente dovrà arrivare alla pensione di vecchiaia in massimo 3 anni e 7 mesi. - Ape sociale
Anche questa manovra è prorogata per il 2020, sono i lavoratori con determinate caratteristiche possono accedervi:
- i disoccupati che hanno concluso l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi con 30 anni di contributi;
- lavoratori che assistono familiari conviventi di 1° grado con disabilità grave da almeno 6 mesi con 30 anni di contributi;
- lavoratori con invalidità superiore o uguale al 74%, con 30 anni di contributi;
- lavoratori dipendenti che svolgono un lavoro ritenuto pesante (e lo hanno svolto per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni) con 36 anni di contributi.
- Lavori usuranti
Lavoratori che hanno svolto lavori usuranti per almeno metà della loro vita lavorativa (o 7 anni negli ultimi 10). I requisiti: quota 97,6 con almeno 61 anni 7 mesi di età e 35 anni di contributi. - Lavori precoci
No all’adeguamento dell’aspettativa di vita per i lavoratori precoci con 1 anno di contributi versati prima dei 19 anni. L’assegno viene erogato dopo 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti e calcolato con il sistema misto. Potrà usufruire dell’uscita chi raggiunge:
- 41 anni di contributi versati;
- chi svolge attività faticose
- gli invalidi civili (minimo 74%)
- i disoccupati che anno terminato la Naspi e che sono stati inoccupati per i 3 mesi successivi
- Lavori gravosi
I lavoratori devono avere 66 anni e 7 mesi di età (oppure 41 anni e dieci mesi per le donne; 42 anni e 10 mesi per gli uomini) per rientrare in questa finestra d’uscita. Per i metodi di applicazione bisogna attendere la circolare dell’INPS che regolamenterà questa categoria. - Legge Fornero
Permette ai lavoratori di uscire dal lavoro prima di raggiungere i termini della pensione di vecchiaia. I requisiti sono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 per le donne. - Cumulo dei contributi
Il cumulo gratuito di contributi previdenziali versati in più gestioni è un’operazione rivolta a chi ha avuto carriere frammentate e discontinue. - Pensione di «vecchiaia» a 67 anni
La pensione di vecchia matura con 67 anni di età e minimo 20 anni di contributi. La prestazione economica viene erogata a domanda, in favore dei lavoratori iscritti all’Ago.
Per ricevere questa pensione ad un lavoratore dipendente è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro, per un lavoratore autonomo invece no.