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Considerate illegittime le norme sulla dirigenza, le partecipate, i servizi pubblici locali e il pubblico impiego, Madia e sindacati si incontreranno a fine mese.
Pare che al riforma Madia sia definita come incostituzionale, poiché danneggia l’autonomia delle Regioni. Sarebbero dirigenti, servizi pubblici locali, organizzazione del lavoro e società partecipate i punti cruciali, oltre ad essere i punti centrali della riforma. Con la sentenza 251 appena emessa la Corte Costituzionale non lascia dubbi, La legge delega Madia 124 del 2015 viola la Costituzione dove prevede di riformare l’assetto pubblico solo “precedente del parere” e non “precedente dell’intesa” con le Regioni.
È passato un giorno dall’approvazione definitiva dei cinque decreti della riforma Madia, tra cui quello della dirigenza e quello sui servizi pubblici locali, e la Corte li ha già definiti incostituzionali.
Tre decreti su quattro (dirigenti, partecipate, servizi pubblici) saranno da riaffrontare e la legge delega andrà cambiata, salvo solo il testo unico del pubblico impiego, che però deve essere ancora approvato dal Consiglio dei Ministri, che hanno tempo fino a febbraio.
Questo ricorso è partito da una Regione, ovvero il Veneto, con il governatore Zaia. Nel mirino della Corte c’è il quadro normativo impostato dal governo Renzi per far si che si rivoluzioni l’intero assetto della pubblica amministrazione. Il capogruppo di Forza Italia Brunetta intanto brinda al fallimento della riforma Madia, che comporta anche il fallimento di Renzi. Questa notizia è venuta fuori insieme alla convocazione dei sindacati al tavolo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con Marianna Madia, Cgil, Cisl e Uil che si riuniranno mercoledì 30 novembre ore 11 a Palazzo Vidoni.
Considerata la tempistica per l’approvazione delle delega è difficile che il Governo possa sistemare l’incostituzionalità del Decreto Legislativo sulla riforma della Dirigenza Pubblica. Renzi in tutto questo dichiara che siamo circondati da una burocrazia opprimente, in quanto è stata creata una legge per rendere licenziabile un dirigente pubblico che non si comporta bene, e la Corte Costituzionale dice che siccome non c’è intesa con le Regioni il decreto risulta illegittimo.